Tartufo: il diamante della cucina!

È uno dei prodotti enogastronomici più preziosi e sicuramente uno tra i più costosi. È uno dei sapori più segmentanti: chi lo ama lo ama di un amore folle, chi lo detesta non riesce nemmeno a sentirne il persistente afrore. Stiamo parlando del tartufo uno dei cibi più apprezzati della cucina italiana. Il suo aroma e il suo gusto, inconfondibili, che cambiano in base alla tipologia, lo rendono un prodotto raffinato e allo stesso tempo molto versatile. Il tartufo si presta perfettamente come ingrediente principale o accessorio nella preparazione di diversi piatti: dagli antipasti, ai primi e secondi e così via.
Molti lo definiscono in gergo il “prezioso tubero”, sebbene appartenga alle specie vegetali e, più precisamente, ad alcune famiglie di funghi dette tuberacee. Con la parola “tubero” spesso si intende la porzione che si estende nel sottosuolo, dove il fungo ricerca le sostanze nutritive per crescere e svilupparsi. I tartufi vengono raccolti nei boschi e devono il loro enorme pregio alle loro caratteristiche organolettiche, ma anche alla loro scarsa diffusione e individuazione.

Tartufo bianco e tartufo nero: principali differenze

Chi conosce anche solo un po’ il tartufo, sa bene che ne esistono due principali tipologie a livello cromatico: bianco e nero. All’interno di esse distinguiamo diverse tipologie per periodo di raccolta, pregio e valore sul mercato. I luoghi più conosciuti di provenienza sono Alba per il tartufo bianco e Norcia per il nero. Tuttavia, il tartufo è un prodotto la cui diffusione è presente in varie aree geografiche, a partire dal Nord fino al Sud Italia. L’Emilia Romagna è un territorio in cui il Tartufo cresce in quasi tutte le province, dai monti dell’Appennino alle regioni delizie, ed è abbastanza facile imbattersi in borghi e paesi in cui l’arte di questo frutto è arrivata ai suoi massimi livelli.
Se quindi vi trovate in una delle zone elencate qui sotto, vi consigliamo almeno una sosta gastronomica per apprezzare questo fantastico tubero, magari accompagnandolo con un buon piatto di specialità locali. Il tartufo bianco è senza ombra di dubbio la varietà più pregiata e costosa. Ufficialmente quotato in borsa, è un prodotto il cui prezzo può arrivare fino a circa 12.500 euro al kg. È perfetto abbinato con le uova, per preparare la fonduta, nelle tartare e in primi piatti di pasta e risotti (un classico è il tagliolino al tartufo bianco). Viene utilizzato solo a crudo in quanto, essendo un prodotto estremamente delicato, in cottura perderebbe quasi tutte le sue proprietà aromatiche e organolettiche. Il tartufo nero, anch’esso molto pregiato, ha caratteristiche diverse dal quello bianco. Essendo meno delicato, in cucina può anche essere leggermente scaldato. La raccomandazione è comunque quella di non cuocerlo: basta infatti una moderata esposizione al calore ed esso perderà inevitabilmente le sue caratteristiche aromatiche. Viene utilizzato prevalentemente nei primi piatti di pasta fresca o di semola.

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