QUANTI NON HANNO DESIDERATO VISITARE ALMENO UNA VOLTA LA SICILIA? POCHI O NESSUNO TANTO È UNIVERSALE LA FAMA DELLA SUA BELLEZZA, IL RICORDO DI ESSA UNITO ALLA STORIA DELLE PIÙ DIFFUSE CIVILTÀ E ALLA PRELIBATEZZA DELLA SUA ENOGASTRONOMIA
Un magico triangolo nel blu del mare. Una terra visitata dai Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi e Normanni: tutti hanno lasciato in Sicilia piccoli o grandi frammenti della loro cultura. E ancora oggi si possono ammirare i templi greci, i mosaici romani, gli splendidi edifici arabo-normanni, o assaporare l’atmosfera arabeggiante che pervade i mercati rionali.
Il territorio è prevalentemente collinare e montuoso, ma il mare rappresenta una delle attrattive principali dell’isola. Le coste settentrionali, alte e rocciose, si aprono sul Mar Tirreno con frequenti e ampie insenature, come i golfi di Castellammare del Golfo, di Palermo, di Termini Imerese. A est la costa ionica è più varia; strette spiagge di ghiaia fin quasi a Taormina; frastagliata verso sud, con insenature e baie come quella di Giardini Naxos; laviche come ad Acireale, e di aspre scogliere basaltiche fino a Catania. Il litorale meridionale – di fronte all’Africa – è generalmente sabbioso e uniforme nella parte centrale formata dal golfo più vasto della regione, il golfo di Gela, mentre si presenta più vario nel ragusano e nel tratto agrigentino e trapanese. E proprio il mare è un tesoro imperdibile. Con i suoi 1500 km di coste, incluse le isole minori, la Sicilia offre tante soluzioni per una vacanza balneare. Spiagge di sabbia piatte e infinite, sassolini piccoli, scogliere candide, dalle molte sfumature dell’ocra, del giallo e del grigio, perfino nere di lava, o addirittura bianco latte come La Scala dei Turchi, nell’agrigentino. Le grandi città offrono tutte lidi attrezzati come la palermitana spiaggia di Mondello con i suoi eventi sportivi, la sabbia bianca e le palme, l’architettura liberty, o la Playa di Catania, cara agli scrittori, il litorale di San Leone fuori Agrigento o Fontane Bianchea Siracusa, solo per citare le più note. Le spiagge poco conosciute nella provincia di Agrigento a Menfi e Torre Salsa, in cui i naturisti trovano il loro paradiso. Le più note sono le spiagge top delle isole minori, Eolie, Egadi, Pelagie, Pantelleria e Ustica, quest’ultima la più bella meta per gli appassionati di sub.
La ricchezza dell’enogastronomia siciliana gode della successione nei secoli delle diverse dominazioni che si sono succedute lasciando le loro tradizioni i loro cibi nel bagaglio alimentare regionale.
I prodotti genuini strettamente legati alla terra, tipici piatti della zona di Ragusa e Siracusa derivano dai Greci, cultori della semplicità e della purezza del fisico. Agli Arabi invece, dobbiamo il connubio dei sapori come l’agrodolce o l’uso di uvetta e pinoli nella pasta, tipica della cucina siciliana occidentale. A questo inoltre si aggiungono le pietanze fortemente speziate e piccanti, senza dimenticare i dolci alla cannella o farciti di ricotta. I Normanni importarono in Sicilia le tecniche di salatura ed essiccamento dei grandi merluzzi dell’Atlantico, rispettivamente baccalà e stoccafisso. Gli Spagnoli invece, sono stati gli artefici di piatti elaborati come la pasta al forno, gli arancini, le sarde a beccafico e numerosi dolci nei quali ci si sbizzarrisce con decorazioni e ornamenti. I Francesi invece portarono in Sicilia l’uso costante della cipolla, oltre a introdurre la pasta frolla e numerosi piatti a base di verdure e pesce. Complessa e articolata, la cucina siciliana è sovente ritenuta la più ricca di specialità e la più scenografica d’Italia. Alcuni dei cibi più noti, diffusi non solo a livello regionale ma addirittura mondiale, sono la cassata, il cannolo, la granita e le arancine. Grazie al suo clima mite, l’isola è ricca di spezie e piante aromatiche: origano, menta, rosmarino, fanno quotidianamente parte dei condimenti siculi. Il terreno fertile produce arance e limoni in grande quantità, al punto tale che la Sicilia è spesso soprannominata la terra dei limoni o la terra delle arance. Mandorle, fico d’India, pistacchio e olive sono gli altri suoi simboli culinari nei quali eccelle il pesto di pistacchio (famosissimo quello di Bronte in provincia di Catania). Alla tradizione gastronomica si affianca una produzione vinicola di qualità ottenuta coniugando le capacità imprenditoriali locali con caratteristiche ambientali che consentono la produzione di vini con diversi profili sensoriali e qualitativi, in grado di competere sui mercati nazionali e internazionali. Il Nero D’Avola, il Syrah, Inzolia, Grillo, Bianco d’Alcamo i moscati e i passiti sono i capisaldi della produzione vitivinicola siciliana, e si prestano come complemento ideale ad una cucina ricca e gustosa come la nostra.
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