Sapori d’Italia: specialità della Calabria

La cucina calabrese e i suoi prodotti tipici sono la perfetta sintesi della gastronomia del sud Italia, con una notevole varietà di piatti tipici e specialità gastronomiche originalissimi. Questo, anche grazie alle eccellenze alimentari che si sono radicate qui per via delle influenze delle diverse culture e popolazioni che l’hanno abitata nei secoli. Salumi e formaggi, ma anche frutta e verdura particolari cresciute qui e divenute famose in tutta Italia: basti pensare alla ‘nduja, alla soppressata calabrese, al capocollo, al caciocavallo silano, ma anche alle cipolle di Tropea, ai fichi, al miele, al bergamotto e al peperoncino di Diamante. Continua il nostro viaggio attraverso i prodotti tipici, oggi vi portiamo in Calabria con le sue specialità più famose e più curiose, che rendono unica al mondo questa regione.

  1. Frittola. Non fatevi ingannare dal nome, qui non c’entrano i fritti in pastella da sagra. A Reggio Calabria la frittola è il piatto che fieramente dichiara: “Del maiale non si butta via niente”. Per questa preparazione si fa sciogliere una grande quantità di grasso di maiale in un pentolone apposito chiamato caddàra; dopo aver aggiunto un po’ d’acqua, si incorporano svariate parti di scarto dell’animale (muso, guancia, cotenna, lingua, orecchie, rognone) e si fa bollire il tutto per almeno sei ore.
  2. Fileja con la ‘nduja. La ‘nduja è l’ingrediente più conosciuto della gastronomia calabrese: l’insaccato morbido composto da carne suina, peperoncino e spezie originario di Spilinga, si appresta a infiniti accostamenti. Qui ve lo proproniamo in abbinamento alla fileja, pasta tipica di Vibo Valentia di formato lungo e ricurvo, ottenuta attorcigliando l’impasto intorno al dinaculu, un sottile bastoncino di legno.
  3. Past ca’ muddica. Rimaniamo in tema pasta con questa ricetta, un classico della cucina del recupero. In questo caso abbiamo a che fare con il pane raffermo, ingrediente imprevisto e quasi inevitabile delle case italiane. La mollica del nostro povero sfilatino dimenticato viene riportata in vita come base per il sugo, con l’aggiunta di olio, acciughe e pecorino.
  4. Pesce spada alla ghiotta. Un secondo di pesce saporito, condito da un delizioso sughetto di pomodoro, capperi e olive.
  5. Pipi chini. Se pensate che passando alle verdure la situazione si faccia un po’ più leggera, beh, vi sbagliate di grosso. I peperoni ripieni di Reggio non sono affatto un contorno. Anche qui la sostanza varia in base al gusto della nonna di turno: la versione base prevede pangrattato, uova, formaggio e prezzemolo.
  6. Vrasciuli. Polpette fritte di carne e melanzane. C’è davvero bisogno di aggiungere altro?
  7. Turdilli. Questi biscottini sono sorprendentemente adatti a tutti, anche ai vegani. L’impasto è molto semplice: vino rosso, olio, zucchero e farina.
  8. Pitta ‘mpigliata. Sfoglia riccamente speziata e ripiena di frutta secca
  9. Morzello. Il panino forte imbottito di trippa e frattaglie di bovino. La carne naviga nel sugo al pomodoro piccante e viene comunemente servita nella pitta che, data la scarsa quantità di mollica, accoglie il condimento con un caloroso abbraccio.
  10. Sardella. Crotone, ora dell’aperitivo: in una mano un calice di Cirò bianco (il vino locale da uva greco), nell’altra un crostino di pitta, il pane tipico calabrese, spalmato con una dose generosa di sardella. Le istruzioni per l’uso per mangiare la sardella? Allungarla con abbondante olio!

Lascia un commento